Ambrogina Sirtori
Opera 1° classificata
Notte in Valle Spluga
Come bastionata
dal profilo irregolare
la massa scura dei monti
si staglia contro il cielo.
Dorme la valle.
Nel silenzio
canta sommessa la voce
del torrente.
Il lago Azzurro
come zaffiro lucente
specchia l’ardita cima
del Groppéra.
La luna cavalca le vette
in groppa a celesti
invisibili destrieri
e tu, cuore inquieto
immerso nell’incanto
di questa incomparabile
natura
godi soavi zefiri
di serenità.
Sonia Guanziroli
Opera 2° classificata
Montagna, madre mia
All’alba
pigramente muovo
i miei passi
su quel bianco infinito
Il gelo sferza
il mio viso teso,
mentre il cuore
batte a ritmo serrato.
Ascolto il mio respiro
unico suono in quel silenzio ovattato.
I pensieri si sovrappongono
ad immagini
ed io corro lontana da essi.
La vita che non voglio
mi ha preso l’anima
e il tempo mio prezioso.
Il bimbo che cresceva in me – ossigeno per i miei sogni – è fuggito nel blu di questo cielo,
forse impaurito dal mondo
che gli ho raccontato.
Gli ultimi metri
e poi la vetta
come un urlo liberatorio.
Dall’affilata cornice
del Monte Suretta,
assaporo l’ultima conquista.
O Valle Spluga amica,
tu che piangi i tuoi figli caduti
stringendoli fra le tue braccia amorose,
ascolta il mio dolore:
solo una madre può comprendere
la pena del mio cuore,
solo tu montagna, madre mia,
puoi placare la mia inquietudine
e darmi la voglia di crederci ancora.
Floriano Mangiantini
Opera 3° classificata
Valle Spluga fra sogno e realtà
È il silenzio che parla fra i germogli
mentre avanza l’odor di primavera
in Valle Spluga arresa ai bei colori.
Vola la capinera
in cerca delle strame per il nido
canta festoso il nobile usignolo,
scarno di roccia in roccia agile salta
ardito il capriolo.
Rotea il falco in attesa della preda
da ghermire coi vigorosi artigli
nell’azzurro del cielo alto e rapace
ma il bosco fra i bisbigli
d’erba e rami nel refolo serale
sembra offrir protezione a ogni piccino.
Intorno a te vertigini di cime,
briosa Campodolcino,
un girotondo ornato a cirri e nubi
che cingono le vette sotto il cielo
fra specchi di laghetti inargentati
dalle acque fredde a gelo.
Trasportati dal vento i sentimenti
che nel silenzio scoppiano improvvisi
si posano sulle ali di farfalle
sublimi paradisi
quasi senza respiro, per sentire
gli aneliti dell’anima estasiata:
fruscii di foglie, pigolii di uccelli…
È sera, profumata
diventa l’aria di fragranti essenze;
un tintinnio di mandrie lontane…
si chiude il dì che lentamente muore
nell’eco di campane.
Dorina Tiso
Opera 4° classificata
Camminando in montagna
Signoreggia la mia anima
senza nome e senza volto
nell’aria profumata
fra muschi, ciclamini
profumi di funghi
improvvise folate di sole
e sprazzi abbaglianti di luce
Ovunque c‘è silenzio
e pace
Nel lento incedere
s’ode il lamento di rami secchi
che richiamano piccole ferite mai sopite
Qualche sasso rotola via
e libera i pensieri
fuori dai sentieri segnati
in salti irregolari
mentre riecheggia il dolore
in un risveglio improvviso
di percorsi tortuosi
Altri sassi impulsivi
s’acquietano infine
nel cuore della valle
mentre mi ristoro
di rocce protese verso il cielo
sgretolanti d’amore
Giuseppe Voarino
Opera 5° classificata
Comignoli spenti
Sono spenti i forni a legna
che emanavano profumo di pane fragrante
nei villaggi alpestri e silenziosi
animati a sera
dal rientro del montanaro
dalle balze pietrose.
Sono chiuse e abbandonate
vecchie case povere case
destinate a tornare pietra
in mezzo alla pietra
abbracciate da una coperta di rovi.
Nella fitta scacchiera
di tetti di ardesia
dei borghi montani
ormai sgretolati,
si aprono vuoti
che non saranno mai più riempiti.
Non suonano più le campane
che parlavano di storie antiche,
di sudore e di solitudine,
ma anche d’amore e di pace.
Restano soltanto i colori del silenzio,
l’armonia dei venti tra le cime,
la memoria che diventa racconto.
La meravigliosa montagna
è rimasta sola col vento
che trasporta nei suoi rododendri
il profumo resinoso dei pini
e odore di mistero:
Lassù
resteranno sempre bellezze senza tempo
nell’orizzonte silenzioso
del tramonto del sole oltre le cime.
Maria Teresa Zanafredi
Opera 6° classificata
La mia piccolezza nella grandezza
Si perde lo sguardo
in quel magico gigante
dove il vento gioca
tra le aspre vette rocciose.
L’immenso silenzio
custode di secolari segreti
È più eloquente delle parole
quando si fa musica di luci e colori.
Tra i ripidi sentieri
di boschi severi
la dimensione di vita
si fa quasi preghiera
e l’eco rimbalza fra cascate assordanti.
Sola… col mio bagaglio di sogni
seguendo un raggio di sole
m’avvio a salire lentamente
a squarciare quel profondo silenzio.
Lassù,... ho sentito la mia nullità
ho osservato, respirato quella pace che sa d’eterno
mi sono cullata di emozioni mai provate.
Rina Eugenia Bonanomi
Opera 7° classificata
Spluga: valle incantata
Valle silenziosa
che ne racchiudi
dei monti la lor
bellezza
e come una regina
ne fai corona
incastonate di diamanti!
È della tua gente,
il merito d’averti rispettata,
se oggi, ai nostri occhi
ti mostri nei valori
del passato!
Monti!...
Che come Templi Sacri
v’innalzate al cielo,
nel vostro ventre io m’addentro
che ho perso, e giunger sino
alla vetta per sentirmi
più vicino a te, mio Dio.
per ritrovar me stesso!
Marisa Landini Sardella
Opera 8° classificata
Val Poschiavino
In mezzo ai massi
quando il passo
diventa pesante
e guardi verso il cielo
cercando la fine,
quando ti sembra
di essere alle soglie dell’inferno,
allora improvvisa
si apre una piccola valle.
Quattro baite in pietra,
le mucche al pascolo,
il profumo d’erba,
di latte appena munto,
l’odore
intenso delle forme
di formaggio che si asciuga;
allora respiri,
l’affanno ti passa
una serenità immensa ti invade
e vorresti diventare quell’erba
quel cielo,
trasformarti in montagna
per non tornare indietro,
per non tornare alla realtà.
Tutta la vita ti scorre davanti,
l’eterno è ad un passo,
ma tu prendi pietra su pietra
e costruisci
perché un poco del tuo umano
non si perda.
E quella pietra è
il tuo cuore,
e in quella pietra c‘è
la tua anima,
là in quella pietra
io ti ritrovo.
Pieralda Albonico
Opera 9° classificata
In Via
(Vernissage al Passo dello Spluga, luglio 2003)
Hanno spruzzato d’oro i sassi
dipinti gli utili escrementi delle mucche
e nella galleria appena sotto il Passo
soffiato voli d’angeli
evocato i santi protettori di queste valli
in tempo di peste terrea, in tempo di pace chiara
hanno disegnato sul verde una croce
che abbraccia le direzioni dell’aria
perché ogni passo unisce mondi
se lo augura il rappresentante del Cantone
la cinepresa gira col suo grande occhio di vento
hanno voci le nuvole nell’azzurro
i bambini hanno sete
e guardano i bicchieri sulla tovaglia del prato
il mazzo augurale è una girandola rossa
hanno spruzzato d’oro i sassi
per simulare la pirite nascosta
e adagiato le stelle sulla parete più esposta
perché questo è possibile agli artisti
in via e ai bambini,
tra terra e cielo svelano sogni;
Quando i monti
Quando i monti respirano appena
e sulla parete notturna del cielo
appare la luna
ma il dolore più cupo
strazia l’altalena della notte
permani in te stesso
rinnova la speranza
come fosse la tua casa
sui cardini del buio arresta le precipiti stelle.
Andrea Comalini
Opera 10° classificata
Respira
Respira.
Ascolta l’acqua che sgorga,
respira
l’umidità che sa di foglia
e legna
e guarda
dove l’orizzonte è limite
all’orizzonte stesso
e la cima
bianca
che nasce
respira
il muschio e la neve
che crepita
e soffia e sferza
congela
ascolta i passi
la traccia
la foglia e l’ala
che nera sbatte e
vola
lontana,
leggera,
respira…